Riportiamo l'intervista pubblicata sul quotidiano La Sicilia - Mondo Medico
del 23 novembre 2014
Un nemico invisibile e impalpabile. Lo stress mette in
pericolo il benessere fisico e psicologico dell’individuo. Sono sempre più
numerosi, infatti, gli studi scientifici che confermano il legame tra lo stress
eccessivo e la malattia.
Dott.ssa Ferrante,
come si manifesta il fenomeno?
“A noi tutti capita
di essere stressati da un evento o da una situazione psichico-fisica vissuti come
una minaccia. Quando il cervello e gli organi di senso percepiscono un pericolo, l’organismo avvia una complessa serie di reazioni nervose, biochimiche
e ormonali che preparano alla difesa. Il pericolo, tuttavia, può essere reale o
immaginario. Ciò che conta è che l’organismo vive una minaccia alla propria
incolumità e si prepara a reagire con un automatismo: la lotta o la fuga. In
pochi secondi tutto il corpo è mobilitato, teso e pronto ad agire. Nel momento
in cui scatta il meccanismo d’allarme in risposta all’evento stressante, si
manifestano cambiamenti significativi a carico di tutto l'organismo”.
Lo stress, quindi, è sempre un fattore
negativo per l’organismo?
“Occorre differenziare
lo stress “buono”, eustress, da quello “cattivo”, distress. Il primo ci spinge a dare il meglio di noi di
fronte a una necessità. Quando la situazione minacciosa volge al termine, anche
le risposte fisiologiche del nostro organismo ritornano alla normalità. Il
problema sorge sia nel momento in cui lo stress, non più acuto, diventa cronico
presentandosi ripetutamente nel tempo sia quando la persona si trova
nell’impossibilità di reagire o di evitarlo. Spesso modi di vivere, idee,
atteggiamenti, comportamenti e stili di vita mettono l’individuo in una
condizione di sovraccarico permanente alla quale l’organismo risponde con
difficoltà, fino all’esaurimento di tutte le sue risorse. Gli stress cronici
possono potenzialmente farci ammalare, aumentare il rischio di contrarre una
malattia o il rischio che questa annienti le difese del proprio corpo. Infatti,
nel tentativo di dare una risposta alle richieste provenienti dallo stress,
l’organismo cerca di adattarsi. Ma quando le risorse vengono a mancare, se ne
paga il prezzo con un abbassamento dei livelli di salute”.
Come si palesa il problema?
“Alcuni sintomi possono
essere di tipo cognitivo, come la riduzione della capacità di concentrazione e
comprensione e il deficit di memoria, altri, invece, sono di tipo
comportamentale come l’irritabilità o l’aggressività. Infine esistono conseguenze
anche emozionali come la paura, l’ansia, la depressione e fisiologiche come l’incremento
della pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, la ventilazione, i sintomi
somatici e la depressione della risposta immunitaria. Quando il sistema non riesce
più a compensare, arriva la rottura: i sintomi reattivi allo stress lasciano il
posto alla malattia. Seppure numerose evidenze scientifiche dimostrano l’esistenza
di un collegamento tra lo stress e la possibilità di contrarre alcune patologie
del sistema immunitario come le malattie cardiovascolari, le turbe
gastro-intestinali e il cancro, è molto importante ricordare che, per quanto
acuto e ripetuto possa essere l’evento, non può farci ammalare ma semmai aumenta
il rischio di contrarre la malattia o ne peggiora il decorso”.
Ci si può proteggere dallo stress?
“Non sempre, ma
esistono molte tecniche e strategie per prevenirlo. Sarebbe opportuno imparare
la gestione dello stress prima che esso si manifesti per evitare tutti i disagi
e le conseguenze che ne derivano. Come ci suggerisce la Pnei, l’approccio è
sempre di tipo integrato. Abbiamo diversi strumenti, il primo è la nostra
psiche. Mente e corpo, infatti, si influenzano reciprocamente. Per avere una
vita libera dallo stress, è opportuno lavorare sul proprio modo di percepire
gli eventi, cercando di ridurre le fonti di stress e pianificando meglio la
vita di tutti i giorni. Inoltre, è importante fare attività fisica, curare
l’alimentazione e praticare tecniche di respirazione, di rilassamento e di meditazione.
Queste permettono il ripristino dell’equilibrio nel sistema nervoso autonomo.
In sintesi, occorre prendersi cura di se stessi per evitare di ammalarsi”.
Quanto sono
importanti i legami familiari durante la fase di riequilibrio?
“Molto. Esistono
diversi studi che documentano l’azione del sostegno sociale sia come fattore
protettivo per uno stato di salute ottimale sia come modulatore dell’esperienza
di stress. La presenza di una persona alla quale siamo affettivamente legati,
infatti, può aiutare a modificare la percezione dell’evento come meno
minaccioso o stressante, tollerandone meglio gli effetti. In una visione
dell’organismo e della malattia di tipo bio-psico-sociale, l’ambiente influisce
sul nostro stato di salute psicofisico. I sentimenti di inadeguatezza, di
rabbia, di esclusione, così come una vita condotta in uno stato di emergenza
economica continua o all’insegna dell’incertezza economica e lavorativa costituiscono
un fattore principale di rischio per lo stress e per i disturbi ad esso
correlati. Sia che si tratti di giovani inoccupati sia se si guarda alla
condizione dei disoccupati e dei tanti padri di famiglia che hanno perso il
lavoro”.
Chi è la “vittima preferita” dallo stress?
“Non c’è una
“vittima preferita”, esistono, tuttavia, condizioni oggettive di tipo
economico-sociale che pongono più a rischio. Ciò che fa la differenza è il modo
in cui ciascuno percepisce l’evento come stressante. Questo dipende non solo
dall’evento in sé, ma anche dalle risorse personali come la capacità che ci
attribuiamo ed esterne di tipo sociale, economico e organizzativo. Non meno
importanti sono le richieste provenienti dall’ambiente esterno e le aspettative,
le motivazioni, i desideri e i bisogni a cui in un dato momento si è
sottoposti. La situazione ottimale di equilibrio
consente di sperimentare uno stato di “eustress” cioè un bilanciamento tra
richieste e risorse. Se c’è uno squilibrio importante, ci troveremo di fronte a
una situazione di “distress”, con tutte le conseguenze di cui abbiamo già
parlato”.
Lo stress, quindi, può essere definito il
male sociale del secolo?
“Non mi piace
attribuire facili etichette, ma di certo c’è uno stretto legame tra stress e
salute. Per questo è necessario avviare a tutti i livelli programmi sanitari di
prevenzione, che è la strategia vincente per non essere colti impreparati”.